Grazie Siena

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Non immaginavo di iniziare prossimo capitolo in questo modo.  Sapevo da tempo del cambiamento che stava arrivando, ma non potevo immaginare lo scenario attuale.   Sapevo da quasi un anno che avrei lasciato Siena per trasferirmi due ore a nord, nella città di Bologna.   Mi  allontano da tante cose eppure non riesco a lasciare tutto alle spalle.  Sarò ancora collegato e lavorerò con SIS a Siena, ma in un modo diverso e nuovo.  Proprio quando ho iniziato a sentirmi tranquillo nel dire agli amici e colleghi del cambiamento che sta per arrivare, siamo rimasti tutti chiusi in casa.  I progetti complessi che prima erano stati chiari nella mia mente è scesa una nebbia e ancora non riesco a mettere a fuoco la strada davanti.  

Eccoci qui però che tra poco si parte.  In tutta franchezza, sapevo che lo sradicamento da Siena era un probabile risultato del matrimonio con la mia moglie Marianna Bolognesi.  La sua ambizione non conosce la paura.  Allo stesso tempo lei ha sempre capito l’importanza dei miei sforzi e dei miei contributi a SIS e a Siena.  Le opportunità di ricerca per Marianna ad Amsterdam e Oxford sono arrivati negli ultimi 5 anni, eppure Siena è rimasta la città in cui abbiamo posto l’ancora.  Nel giugno 2019, Marianna ha ricevuto l’incarico di Professore Associato di Linguistica presso l’Università di Bologna.  Questo tipo di opportunità nell’attuale mercato del lavoro italiano è una specie in via di estinzione.  Il suo curriculum è sicuramente forte, ma oggi in Italia ci sono così tante persone fortemente qualificati ma sono costretti ad accontentarsi di un lavoro temporaneo o a lasciare l’Italia per perseguire le loro ambizioni.   Un lavoro sicuro all’Università di Bologna non è qualcosa che né Marianna né io potremmo rifiutare in questo momento.  Entrambi noi abbiamo fatto tanti sacrifici.  Entrambi abbiamo passato tempo a vivere da soli con nostro figlio.  La nostra speranza era sempre che i nostri sacrifici avrebbero lasciato spazio alle opportunità. Questa è l’opportunità.  

Ho vissuto un’esperienza unica a Siena.  Siena non è conosciuto come centro Europeo dell’intercultura, e potrebbe essere considerata un luogo improbabile dove dedicarsi più di un decennio alla creazione di scambi ed esperienze interculturali per migliaia di giovani.   Eppure ho fatto proprio questo con un gruppo meraviglioso di persone.   Sono pienamente consapevole di quanto possa essere difficile assimilare alla cultura locale di Siena come straniero.  Sarò sempre un outsider.  Anche se ho sentito sulla pelle pregiudizio e l’esclusione dovuti al fatto che sono straniero, però mi è stato facile spostarmi tra i fierissimi senesi.  Devo riconoscere il fatto che parto con un vantaggio come maschio bianco, americano.  Anche con questo vantaggio, il tessuto sociale di Siena è difficile da permeare.  Forse è stata proprio questo livello di difficoltà a suscitare il mio interesse e curiosità.  Sono sempre stato affascinato dalla cultura locale che molti percepiscono come fanaticamente devota al passato.  Faccio uno sforzo per far sì che il mio interesse sia aperto e visibile.  Imparare a parlare come un locale e mostrare un interesse generale per la comprensione della vita locale ha funzionato come un cavallo di Troia, facendomi passare attraverso i muri.  Che piaceva o meno alla gente, ho portato con me le mie idee intrinsecamente straniere.  I miei obiettivi non sono mai stati imperialistici, ma semplicemente di essere partecipante alla società in modo mio e personale.  Ho cercato e trovato interessi comuni e spazi dove le mie capacità straniere Americane potessero essere utilizzate per tutto, dallo sviluppo locale al mio divertimento.  

Mi sono trovato in situazioni che pochi estranei hanno vissuto.  Guardando indietro ad alcune esperienze a volte non sembra possibile.  Da bambino, cresciuto a Denver, non avrei mai immaginato di vivere a Siena, in Italia.  Non avrei potuto nemmeno immaginare Siena come luogo.  Eppure, mi sono ritrovato a bordo del campo della serie A, a tradurre per un giocatore elite.  Ho fatto tante amicizie per più di 15 anni sui campi da basket locali, ironicamente, visto che non sono stato un grande giocatore di basket negli Stati Uniti.  Sono addirittura migliorato a Siena.  Insieme a persone brillanti ho creato una scuola e alcune organizzazioni di volontariato e tanti progetti in cui persone di diversa provenienza lavorano insieme per migliorare la vita locale, anche se nel minino a volte.  Ho avuto la fortuna di vivere dall’interno antiche istituzioni e rituali.  Forse sono stato l’unico americano ad aver partecipato alla passeggiata storica del Palio, “monturandomi” per la città di Siena nel corteo storico che precede il Palio.  Anche mio figlio è un figlio di Siena, battezzato alla maniera più senese tra la gente di una delle 17 famiglie allargate.

È stato tutto affascinante, ma camminare su questo sentiero, sempre più lontano da quello che è familiare, a volte ci si può sentire soli.  A questo punto non ho una base comune di esperienze culturali comuni con nessuno.  Ho un assortimento di esperienze culturali così diverse che, messe insieme, formano un tessuto culturale unico che mi metto, rendendomi visibilmente diverso.   Quando sei diverso, tutti vogliono offrire opinioni sulla tua situazione.  Ho sentito tutto da “Uno come te non avrebbe dovuto perdere tempo in una piccola città provinciale come Siena” a “L’unico modo per capire veramente questo posto è nascere qui”.   Non sono d’accordo con entrambe queste opinioni.  Il mio essere sempre complicato non mi rende triste, ma devo ammettere che costringe a interiorizzare dei sentimenti più di quanto preferirei.   

A questo punto, aggiungere sempre più dimensioni e sfumature al modello di vita sembra essere l’unica forma naturale di progressione.  Sono pronto a fare questo passo avanti da un po’ di tempo, ma l’incertezza di tutti i nostri futuri, causata da una pandemia globale, ha aggiunto uno e non più strati di ansia in più al modo in cui guardo al prossimo cambiamento.  Non ero pronto a dire addio a Siena e SIS, quindi avevo trovato il modo di allontanarmi, senza separarmi completamente.  Ora è arrivato il momento di allontanarsi, ma non so più se dire “ci vediamo dopo” o “addio”.  

Professionalmente, ho passato molto tempo ad aiutare le persone ad adattarsi a nuovi modi di vita.  Ora posso usare tutto quello che ho imparato per fare un pò di adattamento per me stesso, mentre cerco di scoprire altre cose nuove.  Spero di essere a Siena spesso, lavorando con il piccolo, indipendente e ribelle programma SIS.  Grazie a tutti voi che avete fatto parte della mia esperienza unica.